Allenamento Funzionale e Personal Trainer

Lorenzo Mosca

L’allenamento Funzionale è utile ad un personal trainer?

Meglio il caro e vecchio macchinario isotonico o questi movimenti detti “funzionali”?

Potremo rispondere in maniera secca affermando che i movimenti funzionali sono utilissimi e di gran lunga migliori dei macchinari, soprattutto per un personal trainer.

Per rispondere in maniera più approfondita su questa idea siamo partiti proprio da due delle domande che riceviamo quotidianamente dai numerosi lettori del nostro blog. Domande che ruotano attorno all’argomento “allenamento funzionale”. Argomento di certo molto vasto e che, soprattutto negli ultimi anni, sembra essere entrato nell’attualità in maniera prorompente, scardinando certezze granitiche che imperversavano nelle nostre palestre e nei centri sportivi. E sui cui però non si riesce a fare piena chiarezza, a causa di certa difficoltà di informazione, dovuta alle contradditorie opinioni in merito che sentiamo in giro, ed anche ad alcune leggende metropolitane che testardamente persistono e non vogliono abbandonare i luoghi dell’attività fisica.

Per cercare quindi di svelare l’arcano ed aiutare a destreggiarsi in questo ambito abbiamo pensato bene di chiedere il parere ad un esperto del settore ed porgli qualche domanda. Stiamo parlando di Lorenzo Mosca, preparatore atletico e allenatore di CrossFit a Roma.

Ma allora è proprio vero che il funzionale è utile ad un personal trainer?

Credo proprio sia non solo utile ma doveroso servirsi delle metodologie dell’allenamento funzionale per un allenatore che decide di mettere la sua professionalità al servizio di un solo atleta. Metodologie che possiamo riassumere nell’importanza data al movimento in quanto tale, piuttosto che al muscolo. Questo perché il corpo umano è una meravigliosa unione tra corpo mente e spirito ed è creato in maniera tale per compiere movimenti. Ed è proprio lo svolgere movimenti naturali per l’uomo che migliora tutto il complesso sistema in tutte le sue manifestazioni, siano esse fisiche, mentali e spirituali.

Qual è la differenza tra un movimento funzionale e un movimento ai macchinari?

L’allenamento funzionale si riappropria del proprio corpo nei termini per cui esso è stato reato. Sia una persona sedentaria che lo sportivo di altissimo livello, devono prima “allenarsi” seguendo i movimenti per cui l’uomo è stato creato e non solo ciò che fa nella vita. Per questo motivo dovrà camminare, correre, saltare, spingere, lanciare, colpire, tirare. E per farlo nella maniera corretta dovrà acquisire mobilità articolare e tecnica sicura. Se l’uomo fosse stato creato solo per il divano ed il pc avrebbe una testa grande, magari più braccia per digitare prima e sarebbe sprovvisto di altri “ammennicoli” come due gambe possenti ed un cuore così performante.

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Il macchinario isotonico invece, oggetto che troviamo in tutte le nostre palestre e che oramai fa parte dell’idea stessa della “sala pesi”, è stato creato per rispondere a due esigenze: da un lato vuole concentrarsi e far lavorare un singolo muscolo od un singolo gruppo muscolare (tipo polpaccio, bicipite, tricipite), sullo stile del culturismo (o body building), l’unico sport estetico con l’obiettivo specifico di isolare e lavorare su piccole parti del corpo alla volta; dall’altro è stato creato negli anni ’80 proprio per rendere il più possibile commerciale il mondo del culturismo di alto livello, quello di Schwarzenegger come mistero Olympia per intenderci, e “venderlo” ai comuni mortali.

Allenarsi quindi ai macchinari significa svolgere un azione “innaturale” in cui una parte del lavoro è svolta dal macchinario stesso, come bloccare il corpo in una determinata posizione e guidare il gesto su binari prestabiliti. Così facendo si perdono due aspetti fondamentali, quali l’attivazione delle catene di movimento nella loro interezza e la stabilizzazione dei movimenti.

Ma lavorare con i movimenti funzionali non è più difficile?

Rispondo dicendo che è più difficile per un allenatore od un personal trainer che per l’atleta. Questo perché seguire un atleta e ottenere miglioramenti e risultati con l’allenamento funzionale presuppone da parte dell’allenatore una conoscenza più ampia ed articolata rispetto al lavoro coi macchinari. In primis perché è necessario non solo conoscere le tecniche esatte e saperle svolgere, ma anche trasmetterle nella maniera corretta facendo attenzione anche a migliorare la mobilità articolare. Aspetto che viene bellamente aggirato nei macchinari, che di contro inchiodano l’atleta in posizione fisse e gesti guidati.

Dal punto di vista dell’atleta invece, una volta che si riappropria del proprio corpo e si migliora globalmente con gli allenamenti funzionali, a costo di un impegno psico fisico maggiore, dubito che si tornerà indietro ai vecchi metodi.

E allora basta ai personal trainer che lavorano solo coi macchinari?

Di certo spero che non si assista più in futuro ad allenatori che somministrano schedine prestampate ai macchinari salvo poi limitarsi a contare le ripetizioni. Lo trovo sinceramente inutile. Oppure al concetto dell’esistenza di macchinari per donne e macchinari per uomo, idea che addirittura sottende una errata differenziazione biomeccanica tra l’uomo e la donna, francamente assurda.

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Se posso azzardare un mio auspicio, sarebbe quello di uno sviluppo globale della formazione e preparazione dei nostri allenatori e personal trainer. Capaci di padroneggiare tutti gli ambiti e gli obiettivi di una programmazione di allenamento, sia per il sedentario fino all’atleta agonista, finalizzate allo sviluppo delle capacità organico muscolari (come forza, potenza, resistenza) ed a quelle cognitive (come equilibrio, coordinazione e ritmo) ed anche agli aspetti metabolici (sviluppo dei tre sistemi energetici e cardio circolatori). E capaci anche di utilizzare tutte le metodologie più adatte alla persona ed agli obiettivi, dai movimenti funzionali, alla ginnastica, ai lavori di mobilità, fino a protocolli misti o presi da discipline agonistiche, e sfruttare persino quei vantaggi di alcuni macchinari isotonici, ma il tutto sempre inserito in un programma globale.

Un auspicio di certo audace, ma ritengo che formazione e professionalità siano doverosi nei confronti dei nostri atleti.

“Lorenzo Mosca, allenatore con un passato decennale da combattente pro nella Kick Boxing e nel K-1, e con al suo attivo un campionato italiano ed un bronzo europeo, che negli ultimi anni si è specializzato nella preparazione atletica agonistica e nel CrossFit. In quest’ultima disciplina, che tanto successo sta riscuotendo in Italia, ha ottenuto la qualifica ufficiale “level 1” e “level 2” ed anche quella per l’allenamento dei bambini “crossfit kids”, svolgendo la sua attività in due box ufficiali a Roma. Collabora con diversi giornali e testate on line e gestisce il sito www.manipulusmosca.com

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